Cosa devono fare i produttori di libri per offrire ciò che gli editori stanno cercando?

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Introduzione: L’editoria sta cambiando

Director, Print Research International Ltd

John Charnock, Director, Print Research International Ltd

Il settore dell’editoria sta cambiando: gli editori di musica, poi dei quotidiani e ora di riviste e libri scoprono che i relativi mercati stanno cambiando al punto da diventare irriconoscibili. Questi cambiamenti sono una lama a doppio taglio. Da un lato rappresentano un’opportunità significativa, ma dall’altro assisteremo alla diminuzione dei volumi tradizionali e vedremo il modello di produzione tradizionale diventare inadeguato.

Le attrezzature per la produzione tradizionale non sono più adatte a questo mercato in continua evoluzione. Ad esempio, un sistema di rilegatura da 30.000 libri all’ora, come la Müller Martini Corona installata presso un importante produttore di libri del Regno Unito circa 10 anni fa, non sarà più necessaria nella maggior parte dei mercati.

Quali sono i motivi dietro a questo cambiamento? Le esigenze di una casa editrice moderna stanno cambiando e come fornitori dobbiamo adattarci.

Tradizionalmente le tirature di libri commerciali erano di 2.000 – 3.000 copie, che venivano imballate in blocco e consegnate al magazzino dell’editore. Gli editori avevano milioni di sterline di inventario nel magazzino. I volumi e i margini erano sufficienti per produrre e mettere a magazzino i libri trimestralmente. Oggi, a causa delle pressioni finanziarie sugli editori e della diffusione degli e-book che abbassano i prezzi, il mercato è molto meno prevedibile. Un magazzino eccessivo e il rischio di invenduto sono diventate possibilità poco attraenti per gli editori.

Anche utilizzando attrezzature tradizionali, ordini da 500 copie non sono rari, ma la tendenza verso quantità minori e cicli di ordini più frequenti è evidente. Allora, dove ci porterà questa tendenza e cosa cercano effettivamente gli editori a lungo termine?

Qual è l’obiettivo degli editori?

I libri in bianco e nero sono stati i più veloci a cambiare, perché sono relativamente economici, anche se le loro vendite sono diventate molto meno prevedibili. Nel Regno Unito la produzione è ancora in gran parte realizzata nel territorio nazionale. I libri a colori, tuttavia, continuano a essere prodotti in gran parte in Estremo Oriente o in paesi dove i costi sono inferiori.

Nel Regno Unito c’è stato un significativo interesse nei libri in bianco e nero digitali con investimenti da parte di Clays, CPI e molti altri, come Ashford e TJ International, nella produzione a getto d’inchiostro. Questo indica che il mercato dei libri in bianco e nero è in gran parte prodotto “on demand” per la vendita al dettaglio.

Credo che, una volta stabilita la supply chain dei libri in bianco e nero, non passerà molto tempo prima che il mercato dei libri a colori cominci a seguire linee simili.

 

Il motivo alla base di questa convinzione è il seguente:

Gli editori devono reagire al mercato: le vendite sono meno prevedibili e sta diventando sempre più difficile capire quali titoli avranno successo. Un editore ha affermato: “Ho 5.000 titoli, so che il 30% venderà bene, ma non so quale 30%”.

Sappiamo inoltre che ci vogliono 3 giorni per portare un libro nel magazzino di un editore e per elaborarlo. Poi ci vogliono altri 3 giorni per farlo uscire di nuovo dal magazzino. Sei giorni è un periodo troppo lungo nel mondo dell’editoria moderna. Gli editori devono poter verificare le vendite al dettaglio e su Internet della settimana precedente e ordinare o rifornire il magazzino per la settimana successiva.

Ciò significa che, in definitiva, è necessario produrre ordini da 200-500 copie in massimo 3 giorni, anche con attrezzature tradizionali. In futuro non si ridurrà la pressione per avere una maggiore disponibilità di prodotti, il che significa che la produzione digitale a colori sarà indispensabile e la tradizionale litografia non sarà più adatta.

Gli stampatori più attenti stanno lavorando su queste considerazioni. Se uno stampatore consegna un ordine in 3 giorni, perché non bypassare il sistema di distribuzione degli editori e il magazzino, e consegnare direttamente al negozio? Non i singoli lavori, ma lotti misti di titoli sulla base delle vendite di quel negozio specifico durante la settimana precedente.

Questo è l’obiettivo degli editori, possibilmente con il minimo impatto sul costo unitario. In alcuni ambienti questo modello sta già diventando realtà ed è il motivo per cui Penguin/Harper Collins ha trasferito tutti i suoi titoli commerciali da un accordo a due fornitori (St. Ives, Clays and CPI) a un accordo a fornitore singolo (Clays). Minore è il numero dei fornitori, maggiore è l’efficienza di produzione e distribuzione.

Ciò significa che gli stampatori dovranno stampare ordini da 5-500 copie su base settimanale o giornaliera, ma gli ordini avranno volumi annuali significativi perché il mercato commerciale consuma molti milioni di libri all’anno.

La produzione di libri digitali deve prepararsi a questa sfida e, in effetti, lo sta già facendo.

Passare al colore

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Una volta che il getto d’inchiostro riesce a raggiungere una qualità del colore accettabile per gli editori, non vi è alcun motivo per cui uno stampatore di libri non possa stampare a colori e soddisfare le richieste del mercato. Si tratta di una significativa opportunità per gli stampatori in quanto i libri a colori hanno un valore maggiore ed è un mercato che prima non servivano.

Molti stampatori di libri stanno sviluppando le proprie competenze nell’ambito della stampa inkjet digitale a colori offrendo agli editori la possibilità di riportare la produzione di libri a colori dalla Cina al Regno Unito e in Europa.

Ciò pone tuttavia alcune sfide:

  • Se i libri a colori e in bianco e nero devono essere prodotti negli stessi stabilimenti, saranno necessari alcuni cambiamenti infrastrutturali importanti. Sono necessari sistemi avanzati, un flusso di lavoro ottimizzato e un sistema di gestione degli ordini e delle vendite che si integri con i sistemi ERP di editori e rivenditori.

 

  • Il mercato a colori richiede una qualità del colore molto alta, quindi sarà necessario un sistema di gestione che garantisca l’uniformità del colore nella produzione. Il timore degli editori è che la percezione della qualità legata ai nomi dei brand e ai nomi degli autori si riduca. I libri a colori devono ancora trasmettere la percezione di valore elevato, indipendentemente dal processo di produzione.

 

  • Le macchine per la produzione dovranno essere più automatizzate, più flessibili e in grado di passare da un formato all’altro senza interruzioni. Per quanto riguarda la carta e i layout delle sezioni, dovrà essere possibile gestire i formati B, Royal, A4 e A5 come minimo.

 

  • I sistemi dovranno essere in grado di gestire correttamente segnature, copertine, sovracopertine, custodie e di utilizzare i componenti giusti, nella posizione giusta, al momento giusto, in modo da garantire una produzione efficiente e con il minimo scarto. Sarà inoltre necessario gestire MIS, codici a barre, riconoscimento segnature, sistemi di cambio automatizzati, JDF e comunicazione tra dispositivi, nonché l’integrazione con dati esterni. Dovranno essere utilizzati corrieri e sistemi retail per assicurarsi che la catena degli approvvigionamenti funzioni in modo efficiente.

 

Qual è il punto?

Tutto ciò comporta un grosso investimento, tanto impegno e un rischio significativo per tutte le persone coinvolte. I vantaggi tuttavia sono altrettanto elevati. Basta vedere come Clays si è assicurata un accordo di fornitura del 100% con Penguin/Random House. Ciò significa che il fornitore di servizi di stampa diventa un partner molto più significativo per l’editore. Una volta che la supply chain è integrata e il risparmio per l’editore è assicurato, lo stampatore diventa un partner logistico e strategico, un fornitore coinvolto nella distribuzione che, in definitiva, è responsabile della competitività dell’editore in un mercato molto difficile.

Se ho ragione sull’inkjet a colori, significa che una gran parte della produzione a colori tornerà dall’Estremo Oriente e da altre regioni sul mercato locale, e che quindi uno stampatore tradizionale di libri può crescere molto. Dopo tutto non sono rimasti molti stampatori tradizionali di libri a colori nel Regno Unito e in Europa.

Questo modello di supply chain permetterà agli editori di pubblicare un maggior numero di titoli con un minore rischio; offrirà opportunità di pubblicazione locale e di auto-editoria per i negozi al dettaglio e renderà il libro molto competitivo rispetto alle altre tecnologie di editoria elettronica.

Gli editori avranno inoltre l’opportunità di ampliare il catalogo in modo da usare le loro risorse nel modo più redditizio e gli stampatori potranno produrre prodotti one-off e, potenzialmente, consegnarli direttamente ai consumatori. Con l’ottimizzazione della catena di approvvigionamento e della velocità di immissione sul mercato saranno disponibili nuovi prodotti, come i libri personalizzati, soprattutto per bambini, che aggiungeranno valore al prodotto di base, e le librerie potranno offrire prodotti che richiedono tempi di produzione ridotti, come riviste e giornali.

Con la trasformazione della supply chain assisteremo alla produzione locale di un maggior numero di prodotti, al fine di soddisfare le esigenze legate alle tempistiche dell’editore.

John Charnock
Print Research International Ltd

 

Questo articolo è stato commissionato da Ricoh per fornirvi opinioni indipendenti di esperti del settore. Speriamo che troviate interessanti e stimolanti le opinioni dei nostri relatori invitati. Apprezziamo un vostro feedback.

L’evoluzione della stampa in un mondo connesso

Con più di un terzo della popolazione mondiale che ha oggi accesso alla rete (Pew Research Center) non sorprende che il ruolo della comunicazione stampata stia cambiando. Il tempo trascorso sui vari media si sta rapidamente spostando dai canali tradizionali quali radio, televisione e stampa a Internet e ai sistemi “mobile”. Ciò significa che il ruolo della comunicazione stampata deve essere ridefinito e ridisegnato all’interno di un più ampio scenario mediatico.

Tempo trascorso su ciascun Media vs Spesa per pubblicità

Tempo trascorso su ciascun Media vs Spesa per pubblicità

Non stupisce che la spesa pubblicitaria si stia spostando verso il mercato online e mobile. Secondo PWC Global Entertainment and Media Outlook 2013, nel corso dello scorso anno la pubblicità su Internet è cresciuta di circa il 16% e la pubblicità mobile del 47%.

Le conseguenze per i fornitori di servizi di stampa che operano in aree chiave della comunicazione su carta sono notevoli.

  • Il volume del Direct Mailing e dei cataloghi di marketing diretti ha sofferto della recente recessione e della crescita dei media elettronici. Anche se entrambi continuano a essere canali di marketing fondamentali per le imprese, sono sempre più accompagnati da forme digitali di comunicazione.
  • Stampa transazionale – A differenza dei cataloghi e della pubblicità diretta, che rappresentano strumenti di marketing rivolti all’impresa, la stampa transazionale è sempre più orientata ai consumatori in quanto sono i destinatari a suggerire i propri metodi di spedizione preferiti.
  • Libri stampati – I mezzi elettronici hanno profondamente sconvolto l’industria editoriale del libro modificando radicalmente le dinamiche di vendita e consumo dei libri stessi. Gli editori e gli stampatori si stanno adattando alle realtà in rapido movimento del mercato e, affacciandosi su nuovi modelli di business, hanno abbracciato le pubblicazioni nel mondo multicanale.
  • Giornali e riviste stanno subendo l’impatto di pubblicità online, aumento dei costi postali e concorrenza dei media elettronici. Tuttavia, giornali e riviste restano ampiamente letti e attendibili e gli editori stanno trovando nuovi modi per combinare la stampa con i canali elettronici innovativi.

Il nostro nuovo  white paper, “Comunicazioni multicanale – L’evoluzione della stampa in un mondo connesso”,  esamina come gli inserzionisti e gli editori stiano adattando i prodotti stampati alla realtà multicanale per un certo numero di mercati chiave: pubblicità diretta e cataloghi di marketing diretto, stampa transazionale, libri, giornali e riviste.

Scarica il white paper

I libri stampati hanno ancora una bella storia da raccontare

 

Digital books long v2

Se viaggiate su treni e autobus insieme a pendolari che fissano dispositivi mobili invece che libri o se vedete pochissime librerie sulle strade principali potreste pensare che l’editoria e l’industria della stampa non stiano passando un buon momento. Si tratta in effetti di un mercato in fase di transizione ma ancora vitale e, soprattutto per la stampa in digitale dei libri, ricco di nuove opportunità.

Una ricerca Nielsen prevedeva che nel 2014 gli e-book avrebbero superato le vendite dei libri stampati, con cifre totali che si stimava potessero raggiungere i 47 milioni di unità. Con questi numeri le vendite di e-book supererebbero di 300.000 copie i loro equivalenti stampati e i libri in formato elettronico rappresenterebbero il 48% del mercato complessivo della narrativa. Tuttavia, l’analisi dei dati storici prospetta un quadro più variegato per gli editori. Le vendite di e-book sono scese per il terzo mese consecutivo nell’aprile del 2013, così sembra che i giorni di crescita a doppia o addirittura tripla cifra potrebbero essere finiti, con gli e-book in crescita solo del 5% per un totale di 393,6 milioni di dollari nel primo trimestre del 2013. Secondo una ricerca di mercato condotta da Bowker le vendite di e-book nel Regno Unito sembrano destinate a coprire poco meno della metà del mercato totale della narrativa e poco più di un quinto (22%) del mercato librario complessivo.

Quali sono gli effetti della rivoluzione digitale sul mercato del libro stampato?

Il rapporto statistico annuale dell’Associazione degli editori sembra dipingere un quadro diverso. L’industria ha vissuto nel 2013 un anno record per le vendite, con una crescita del 4% fino a 3,3 miliardi di sterline. Il libro stampato è minacciato dai vari Kindle, Kobo e Nook, ma sarebbe prematuro considerarlo  sul viale del tramonto. Secondo i dati Nielsen BookScan nel periodo di 52 settimane fino al 28 dicembre è stato speso un totale di 1,416 miliardi di sterline per libri rilegati e tascabili, ma il numero totale di libri stampati venduti è crollato a 183,9 milioni, con una flessione del 9,8%.

I dati Nielsen evidenziano come, nonostante la crisi generale del mercato, il prezzo medio di vendita dei libri ha raggiunto il picco degli ultimi nove anni, aumentando di 21 penny fino a 7,70 sterline. Per alcuni generi, in particolare i libri per bambini, le vendite sono aumentate. I dati dimostrano anche che il ritmo con cui si sta passando dai libri fisici ai libri digitali varia a seconda del tipo di libro. Il 26% delle vendite di narrativa è in digitale ma la percentuale scende al 5% per i titoli non-fiction ed al 3% per i titoli per bambini.

Perché? Forse perché per la narrativa sono solo le parole che contano, e le parole possono essere rese altrettanto bene o meglio in forma digitale, mentre per i libri di cucina in carta patinata o i libri illustrati per bambini l’oggetto fisico dà più soddisfazione ed è più pratico.

La continua crescita del mercato digitale degli e-book è in parte responsabile del forte calo nelle vendite dei libri stampati. Dati recenti sulle abitudini dei consumatori mostrano come più di due milioni di lettori britannici si siano avvicinati al libro digitale nei primi nove mesi del 2013. Secondo Bookseller, tuttavia, il calo del mercato del libro è stato anche dovuto al rallentamento nelle vendite delle Cinquanta sfumature di E.L. James. Nel 2012 la trilogia dell’autrice ha venduto un numero record di copie. Al suo apice la serie ha rappresentato quasi la metà di tutti i romanzi acquistati nel Regno Unito. Le vendite della James nel 2013 hanno totalizzato 1,4 milioni di sterline rispetto ai 47,3 milioni del 2012 quando la trilogia ha venduto 10,5 milioni di copie. Questo dimostra come le statistiche generali possano essere fuorvianti e quanto siano importanti i titoli di grande successo per gli utili di un editore. Nel rapido passaggio agli e-reader l’editoria sembra essersi adattata meglio di altri settori ai mutamenti provocati dall’elettronica.

Per quanto riguarda gli autori ogni vendita digitale frutta pochi centesimi in più rispetto alle royalty derivanti dal libro tradizionale. Inoltre, né gli editori né gli autori sembrano aver visto i loro redditi intaccati in modo significativo dalla pirateria o dalla più generale rivoluzione digitale.

Per le librerie le notizie non sono altrettanto buone. Le librerie indipendenti continuano a chiudere man mano che i lettori si rivolgono, per i libri sia cartacei che elettronici, a giganti come Amazon. La catena di supermercati inglesi Sainsbury ha invece annunciato l’intenzione di interrompere la vendita di libri stampati online in quanto questo canale è visto come un’opportunità solo per i prodotti digitali: musica, libri, giochi e film in forma tradizionale saranno venduti solo nei negozi. Una tendenza che offrirà ai lettori una più ampia scelta e, forse, la prospettiva di libri a prezzi inferiori.

La pubblicazione in proprio sta creando nuove opportunità per la stampa

I dati resi noti da Bowker evidenziano come il numero di libri pubblicati in proprio ogni anno negli Stati Uniti sia quasi triplicato, con una crescita del 287% dal 2006 e con 235.625 titoli, a stampa ed in formato elettronico, usciti nel 2011. La ricerca ha rilevato che, mentre gli aumenti di produzione interessano sia la stampa che il formato e-book, è quest’ultimo che sta trainando i maggiori guadagni percentuali. Diversamente da quanto si può immaginare la pubblicazione in proprio non è un fenomeno da ditta a conduzione familiare ma un settore dominato da grandi imprese che offrono servizi editoriali ai singoli autori. Secondo Bowker nel 2011 i libri stampati pubblicati in proprio hanno rappresentato il 43% circa della produzione a stampa tradizionale. I libri stampati rappresentano il 63% delle pubblicazioni in proprio ma gli e-book stanno guadagnando rapidamente terreno. Gli e-book prodotti nel 2011 sono stati 87.201, in crescita del 129% rispetto al 2006, mentre nello stesso periodo la stampa è cresciuta solo del 33%.

Anche se la pubblicazione in proprio segue un modello fai-da-te, l’infrastruttura produttiva è rappresentata da un piccolo gruppo di grandi realtà come CreateSpace, Lulu, Author Solutions e Smashwords. 34.107 titoli pubblicati in proprio, di cui solo 21.256 stampati, vanno comunque ascritti alla categoria di editori che producono 10 libri o meno. Le copie stampate in questa categoria sono cresciute del 74% tra il 2006 e il 2012.

Se gli autori pubblicati in questo modo usano KDP (Kindle Direct Publishing) possono vendere i loro e-book sui siti internazionali di Amazon. Quando gli autori caricano i libri sullo strumento gratuito per la pubblicazione CreateSpace Amazon distribuisce i libri su Amazon.co.uk, Amazon.de, Amazon.fr, Amazon.es e Amazon.it. Quando un consumatore in quei paesi (o negli Stati Uniti) ordina un libro CreateSpace Amazon lo stampa on-demand ed è in grado di spedirlo in giornata. L’uso di CreateSpace è gratuito, ma il pagamento delle royalty all’autore dipende da fattori quali il numero di pagine e l’uso del colore.

In che modo la stampa digitale si adatta ai cambiamenti nell’editoria di libri?

La possibilità di pubblicare in proprio e stampare in digitale on-demand con sistemi web-to-print e vetrine digitali ha aperto un mondo nuovo di opportunità per le piccole e medie imprese del settore della stampa commerciale. Le piattaforme di social media e il marketing virale permettono agli stampatori di trovare nuovi sbocchi nei mercati B2B e B2C e di vendere nuovi servizi come i libri personalizzati. Collegando queste opportunità a nuove attività di vendita e di marketing si possono creare ottime occasioni in mercati non ancora sfruttati come eventi aziendali, nicchie di interesse specifico, l’hobbistica e attività di interesse locale quali mostre feline e canine, gruppi del Women Institute e club sportivi.

I fornitori di servizi di stampa prevedono che il mercato del libro mostrerà la crescita maggiore nel volume di pagine, con un tasso di crescita annuo del 14,2% tra il 2010 e il 2015, pari a oltre 45 miliardi di pagine nel 2015. I costi di magazzino e gli sprechi associati alla stampa di libri con sistemi offset tradizionali stanno rendendo sempre più popolare la stampa digitale in ambito editoriale. Se consideriamo il rapporto tra Valore digitale e Volumi possiamo vedere che rispetto al digitale altri processi di stampa tradizionale sono diventati molto più standardizzati.

Technologia Volume di pagine rispetto al digitale Valare rispetto al digitale
Coldset 362 volte 2,7
Heatset 42 volte 5,0
Rotocalco 4 volte 0,5
A foglio 2,3 volte 1,7

Proiezioni Smithers Pira per il 2015 sulla base delle pagine prodotte e il valore generato.

Se consideriamo il complesso delle pagine stampate nell’area libri possiamo notare che il 63% del mercato si riferisce a tirature superiori alle 5.000 copie, per le quali l’offset è il metodo di produzione più conveniente. Se invece confrontiamo questo dato con il numero effettivo di lavori prodotti scopriamo che il 79% dei lavori rientra in volumi di produzione al di sotto delle 5000 unità, per i quali è più adatta la produzione digitale. Se calcoliamo anche i vantaggi della stampa on-demand capiamo perché la stampa digitale ha un tale potenziale di crescita.

Per quanto riguarda la stampa di libri il digitale, sia a toner che a getto d’inchiostro, ha già cominciato a soppiantare l’offset e questo cambiamento procederà a ritmo sempre più incalzante. Il motivo è semplice. Una tecnologia più efficiente e pari qualità spingono la crescita. Oggi è quasi impossibile distinguere se un libro è stato stampato su una macchina offset o digitale. Il fattore che darà maggiore impulso al cambiamento è tuttavia di tipo economico. Valutare quale sarà la richiesta di libri, e quindi la tiratura necessaria, è sempre stato un gioco d’indovinelli che ha generato moltissimi sprechi nella filiera editoriale, con almeno il 30% dei libri che viene reso alla casa editrice come invenduto.

Editori e autori vedono con favore la stampa digitale

Nell’incertezza del quadro generale gli editori si stanno convertendo al digitale perché consente tirature più basse. Tirature più basse implicano meno libri invenduti e meno costi di magazzino, consentono la ristampa in lotti più piccoli e offrono la possibilità di stampare libri speciali per mercati di nicchia, tra cui i libri pubblicati in proprio. Anche se non è affatto chiaro su quale canale il consumatore acquisterà il prodotto, la stampa digitale offre una soluzione flessibile che fornisce all’editore ciò di cui ha bisogno, quando ne ha bisogno, dove ne ha bisogno e nella quantità richiesta. Gli editori hanno capito quale sia il valore aggiunto del digitale ed i profitti che se ne possono ricavare.

La tecnologia di stampa digitale offre agli editori:

  • Riduzione del rischio: la domanda è difficile da prevedere ma le tecnologie ad alta velocità a getto d’inchiostro ed elettrofotografiche consentono di realizzare con profitto anche basse tirature. Gli editori possono monitorare la domanda e ordinare solo ciò che è necessario per eliminare i costi del magazzino e dei resi.
  • Rapide consegne on-demand: alcuni stampatori on-demand altamente specializzati sono in grado di soddisfare gli ordini entro 24 ore. Gli editori possono reagire rapidamente alle richieste del mercato per i libri stampati.
  • Libri speciali e nuovi contenuti: tutti hanno una storia da raccontare. La stampa digitale elimina i vincoli delle quantità minime e consente di stampare libri con tirature molto basse. Inoltre, ogni pagina stampata in digitale può essere unica.
  • La stampa digitale apre nuove opportunità creative per adattamenti e personalizzazioni in fase di produzione e per attività di marketing in tempo reale, come il cross-selling o gli inserti di materiale promozionale.
  • Risultati economici: potendo seguire più da vicino la curva della domanda e riducendo al minimo i costi di magazzino e dei resi gli editori possono far ruotare meglio le scorte ed aumentare la redditività.

Gli stampatori digitali offrono valore aggiunto:

  • Gestione ed elaborazione rapida degli ordini – per acquisire l’ordine di un cliente in un file di stampa ed elaborarlo direttamente bisogna integrare Internet ai propri sistemi per un accesso immediato e disponibile 24/7.
  • Aumento esponenziale dei titoli in catalogo – stampare in digitale on-demand e sfruttare la “coda lunga” crea enormi volumi di prodotti a bassa tiratura.
  • Pianificazione e aggiornamenti in tempo reale – per fornire ai clienti un servizio di alto livello la pianificazione e le informazioni devono essere immediate e trasparenti.
  • Lavoro pronto in giornata – i termini di consegna per gli acquisti su Internet sono in media di 48 ore, il che significa che la stampa e la finitura devono essere completate entro 24 ore.
  • Spedizione diretta verso destinazioni last-minute – siccome il fornitore di servizi di stampa è adesso in contatto con l’utente finale è fondamentale offrire un servizio di imballaggio e distribuzione. Si tratta di un’attività cui bisogna prestare particolare attenzione perché potrebbe richiedere più tempo e costare di più rispetto alla produzione stessa del libro.
  • Riorganizzare – attrezzature, flusso di lavoro, gestione della stamperia, sistemi, valutazione delle prestazioni – rispetto a un ambiente di produzione di stampa tradizionale i sistemi organizzativi e gestionali devono essere totalmente automatizzati e fornire un feedback in tempo reale sulla pianificazione e sulle prestazioni.

Riepilogo

Sentiamo sempre parlare del declino dei libri stampati a favore delle copie digitali e di quanto la stampa sia dannosa per l’ambiente a causa della deforestazione, mentre i dispositivi elettronici consumano meno risorse. La realtà oggi è che i consumatori possono scegliere la forma, il canale ed il mezzo che ritengono più opportuno, e spesso la loro scelta è una combinazione di cartaceo e digitale.

Neil Falconer -Print Industry Strategy Consultant and MD of Printfuture.com

Neil Falconer Consulente di strategia per la stampa industriale e MD di Printfuture.com

La conseguenza di questa scelta e di questo consumo multicanale è che i libri stampati coesisteranno con la loro controparte elettronica per molti decenni a venire. In definitiva sono i rivenditori, gli editori e gli stampatori a dover garantire che i libri siano prodotti e venduti attraverso la filiera più sostenibile dal punto di vista ambientale, e ciò coinvolge ovviamente sia la stampa offset che la stampa digitale ed i formati elettronici.

Questo articolo è stato commissionato da Ricoh per fornire opinioni indipendenti di esperti del settore. Ci auguriamo che gli argomenti trattati dai relatori suscitino interesse e stimolino il dibattito. Ogni commento è gradito. 

Per maggiori informazioni:  Ricoh.it/printandbeyond